La municipalità, facendosi interprete 
dei sentimenti della popolazione scampata al contagio, fece un voto solenne al suo santo: se 
Sant'Efisio, con la sua potente intercessione, avesse fatto cessare la peste, i cagliaritani, 
ogni anno e per sempre in avvenire, avrebbero portato solennemente in processione il suo 
simulacro dalla chiesetta di Stampace fino a quella di Nora.
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E la peste cessò per davvero. E dal 
1656, ogni anno il 1° maggio, le genti della Sardegna, indossando i loro tradizionali costumi, 
ripetono questo gesto di ringraziamento al loro santo patrono. 
E' la Sagra di Sant'Efisio: la più grande e colorata processione religiosa 
del mondo. 
L'unica che dura quattro giorni, 
l'unica che compia un percorso che non conosce soste, se non per la notte. L'unica capace di 
unire tutte le genti di un'isola che è stata definita un "continente", per le profonde differenze 
culturali, sociali ed economiche presenti nel suo territorio. 
La giornata centrale della Sagra è il 
1° maggio: di certo, in questo giorno, già si celebravano dei riti legati al ringraziamento per il 
raccolto alla fine della primavera.
 
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